Prostituzione

Il caso della casi

Nell’aprile del 2006 la CASI (club associati della svizzera italiana) ci diede mandato di coordinazione e rappresentanza dell’associazione di fronte a media e autorità.

Parallelamente ci ha affidato il compito di predisporre le strategie necessarie al raggiungimento degli scopi sociali. In particolare i membri dell’associazione hanno l’esigenza che le proprie ospiti siano tutelate da qualsiasi forma di sfruttamento e/o abuso.

Siccome la prostituzione era in quel periodo prevalentemente esercitata da persone che non potevano regolarizzare la propria posizione sul territorio elvetico non è difficile immaginare che chi si prostituiva illegalmente diventava facilmente vittima privilegiata di abusi, violenze e crimini che difficilmente avrebbe denunciato per paura di essere espulsa dalla Confederazione. Per questa ragione si sono dovuti predisporre degli accorgimenti tecnici utili a garantire la sicurezza delle ospiti e si è dovuta sviluppare una rete d’informazione interna utile ad identificare potenziali sfruttatori.

Sul piano politico abbiamo messo a punto una strategia volta ad ottenere un cambiamento della legge federale sulla dimora e il domicilio degli stranieri, che tenesse conto cioè della situazione venutasi a creare, e che servisse a proteggere in modo efficace i diritti delle persone che si prostituiscono in Svizzera.

Dopo aver preso contatto con le autorità del cantone Ticino (ed aver ottenuto poca soddisfazione) si è cominciato con un’aperta campagna di comunicazione a mezzo stampa raggiungendo così, tramite giornalisti, i parlamentari.

Per ottenere le informazioni necessarie abbiamo svolto due studi scientifici collaborando con istituti universitari come, ad esempio, il CIRS (centro interdisciplinare di ricerca in sessuologia). Questo studio, presentato al congresso europeo di sessuologia nel 2008 a Roma,  ci ha permesso di mettere in evidenza diversi problemi d’ordine sanitario, che la politica allora in voga non faceva che aggravare.

Parallelamente abbiamo svolto un’analisi_criminologica volta ad evidenziare i problemi d’ordine pubblico.

Grazie a questi due lavori abbiamo trovato persone sensibili all’argomento nei diversi parlamenti cantonali che hanno sostenuto l’idea di creare un progetto pilota basato su una strategia di riduzione del danno a livello federale, ottenendo anche l’appoggio di un partito politico presente in tutti i parlamenti cantonali e in quello federale.

Lo scopo dichiarato era quello di chiedere alle autorità federali, tramite i parlamenti cantonali, di chinarsi sulla problematica e allestire di un progetto pilota utile a conoscere e studiare la questione “prostituzione” a 360 gradi.

Lo studio avrebbe dovuto permettere di creare una legge applicabile, che tenesse conto cioè della situazione sul territorio e delle risorse a disposizione per controllarla.

Nel parlamento ticinese è stata depositata una mozione nel settembre del 2007 e il governo ha predisposto la creazione di un gruppo d’esperti nel dicembre dello stesso anno.

Il gruppo d’esperti ha approvato il principio proposto. La stessa cosa ha fatto l’esecutivo e, il 21.4.09 , a larghissima maggioranza (69 favoreli e 1 astenuto) il parlamento ha votato a favore della proposta.

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